lunedì 25 luglio 2011

CLANDESTINO

Cammino tra la folla indifferente
come un fantasma che nessuno vede,
in un paese di occhi senza sguardo,
ove perfino i sassi della strada,
rifiutano l'impronta dei miei passi.

Guardo il cielo e sospiro: " Fino a quando?..
Che ne sarà di queste quattro ossa?
Ho sete e devo bere le mie lacrime.
Ho fame, e mordo la mia stessa ombra.
Ma c'è terra abbastanza per i morti?"

QUANDO

Quando si spezzeranno gli artigli delle aquile?
Quando il leone ascolterà la voce
della formica in mezzo alla foresta?
Quando le belve mangeranno l'erba
della savana?
Ma quando, o sole, scioglierai la brina
dalle nostre pupille
e potremo lavare i nostri occhi
con dolci, calde lacrime d'amore?

Quando accadrà che un uomo possa credere
che un passero dal pulpito
possa insegnare il vangelo
perfino alla zizzannia,
in un campo di grano,
e convertire i sassi della strada?
Quando il fanciullo bacerà la vipera,
la bocca della vipera
che t'ha avvelenato?
E quando questa notte finirà?
Quando, o sole?

UCCELLI DI INFINITO

Non calpestate l'erba
che ancora cresce sopra i nostri morti,
perchè i morti hanno il sonno leggero,
più dei vivi che sono ancora vivi,
che dormono un sonno più profondo,
più amaro della notte di Acheronte.

Come il leone, l'albero, l'insetto
sono tornati essenza
da respirare in pace.
Dunque, perchè incendiate l'aria
e avvelenate l'acqua benedetta
nei nostri battisteri?
Perchè gozzovigliate con il sangue
di un cristo operaio
appeso sulla Croce?
Gli strappate di dosso anche il sudario
per divertire il demone dell'Oro.

Ma i morti sono uccelli di infinito
sul ramo della vita.

IL PRIMO GIORNO

Oracolo del vento che nasce!...
Il futuro è una barca senza mare,
senza vele e senza governo,
nelle secche dei soliti veleni.

Il mondo è una bomba che deflagra
nelle mani di un pazzo,
nel bagliore accecante del mattino
del primo giorno dell'Eternità.